Il ricordo di me e Gianluigi che emozionati come due bambini, saliamo su un palco davanti a 1200 persone è chiaro nella mia mente. Tanto che se chiudo gli occhi e rivivo passo dopo passo quel momento posso ricordare com’era fatto il palco, i gradini per salirla, l’ampiezza del pubblico, il profumo, la musica, anche alcuni dei volti in prima fila.
Quando ho iniziato a lavorare con Gianluigi e Giuseppe mi è sempre stato chiaro come ci si comporta in un gruppo. In una squadra ci si deve ascoltare, aiutare… In un parola: parlare. Così ha preso vita il nostro imperdibile appuntamento del giovedì mattina. Trenta minuti di riunione per fare il punto della situazione. Ma mai avremmo pensato che questa forza, questo atteggiamento di gruppo ci portasse ad essere uno di nove saloni a salire su un palco all’evento più grosso mai organizzato in questo settore.
Quando finisci la scuola per parrucchieri, esci da li sufficientemente formato dal punto di vista tecnico. Ma arrivato in questo salone ho capito che a fare la differenza non è solo cosa fai, ma come. Come ascolti il cliente, come ci parli, come aiuti un collega, come proponi una soluzione di un problema. Ho capito che se volevo diventare un bravo parrucchiere, oltre a saper colorare, piegare e tagliare capelli, dovevo dare importanza a far crescere la persona che sono.
In uno di quei giovedì mattina, in riunione Gianluigi ci annunciò che avremmo girato un video da presentare a questo grosso evento. Proseguì annunciando che lui sarebbe salito sul palco a tenere un discorso di qualche minuto. La frase però continuò con : “…e con me ci sarà anche Davide. Davide, te la senti di salire con me sul palco?”. La mia risposta fu un pianto di gioia. Più chiaro di un: ” Si Grazie.”
Tutti quei giovedì mattina hanno reso ogni problema più piccolo e il gruppo più grande. Quelle riunioni ci hanno insegnato che essere una squadra non vuol dire non avere problemi, ma essere in grado di saperli affrontare.
Avevamo l’occasione di condividere questa consapevolezza, questo spirito ad un evento a cui ci avrebbero ascoltate 1200 colleghi!
Di riunioni il giovedì mattina ce ne sono state tanti, ma ne ricordo una più di tutte. Gianluigi ci parlava dell’importanza di fare le cose che NON sappiamo fare. Andare a cercarci delle situazioni che ci permettessero di imparare cose nuove. Dominando la paura della situazione vivendosi l’emozione e non subendola.
È questo ricordo. È quel Giovedì che ci ha permesso di affrontare una situazione come questa. Un’esperienza mai fatta. Parlare in pubblico a così tante persone. Con l’idea di goderci l’emozione di quella sana paura senza lasciarci soffocare dall’ansia.
Ogni giorno parliamo con le persone e la cosa che ci piace è darci. Essere utili ed aiutare. Questo evento era come quel momento davanti ad un cliente quando lavoriamo. È pur sempre una situazione in cui diamo noi stessi. La differenza è che ci sono solo più persone davanti a noi e mentre parliamo non abbiamo gli attrezzi del mestiere in mano. Ma la situazione e la medesima. Noi diamo noi stessi e dall’altra parte c’è qualcuno che porta via qualcosa di utile.
Viviamo in un mondo che guarda e giudica le persone per i risultati che ottengono e basta. Senza nemmeno sapere CHI li produce.
Essere su quel palco per le persone che siamo. Essere li sopra perché ci hanno dato merito per come le PERSONE di un gruppo sanno fare squadra, è una speranza e una consapevolezza che ciò che conta veramente al mondo, sono le PERSONE.
Ogni volta che in consulenza ascoltiamo un cliente e le proponiamo un lavoro da fare adatto a lei, lo facciamo con lo spirito che ci ha portato ad essere su quel palco.
PERSONE che ascoltano, che vogliono darsi agli altri. PERSONE che vogliono godersi l’emozione di stare davanti ad un cliente.
Davide.